L’Analisi Biografica a Orientamento Filosofico (ABOF)
http://www.scuolaphilo.it/docs/Madera-abof.pdf
Nell’attuale società di mercato –
caratterizzata dal culto del denaro, dall’ansia di prestazione in ogni campo e
dalla competizione di tutti contro tutti – i normali passaggi della vita
(adolescenza, autonomia rispetto alla famiglia di origine, relazioni di coppia,
inserimento nel mondo del lavoro e crescita professionale, genitorialità, distacco
dai figli, malattia, invecchiamento e avvicinamento alla morte) sono diventati spesso
difficili da gestire, anche a fronte di un indebolimento dei legami sociali di
prossimità. La sofferenza e il disagio esistenziale, oggi sempre più diffusi, secondo
l’ABOF non affondano le loro radici nella scarsità o inappropriatezza delle
cure ricevute dall’individuo durante l’infanzia (sebbene a volte quest’ultime
possano essere riconosciute come effettive concause). L’origine del disorientamento
epidemico che affligge l’uomo contemporaneo, in un’ottica filosofica, è
piuttosto rinvenibile nella crisi complessiva della nostra civiltà e dei
relativi modelli di comprensione/trasformazione della realtà. Il problema,
quindi, è tanto storico-culturale quanto individuale. Esiste d’altronde, ben
prima di qualunque “deviazione psicologica” che sfoci in una patologia
conclamata, un’angoscia di base connaturata al semplice fatto di essere uomini,
esposti quindi al rischio del non-senso. Questa angoscia, come suggerisce il
filosofo danese Sören Kierkegaard, è il risultato di una tensione profonda che
attraversa ognuno di noi, tensione tra i poli opposti della possibilità e della
necessità, del finito e dell’infinito. Altrettanta sofferenza, non certo
patologica, ma purtroppo “normale” e abituale, deriva da due inquinanti mentali
che il buddhismo ha identificato nell’attaccamento
e nell’avversione. Il desiderio duplice di
non perdere il piacere (attaccamento) e di evitare il dolore (avversione),
essendo impossibile da soddisfare per chiunque, non può che generare un
conflitto costante che allontana l’essere umano dal presente, imprigionandolo
nel rimpianto verso il passato o nell’attesa ansiosa verso il futuro. L’uscita
da questa condizione esistenziale di spaesamento e incertezza richiede il
coraggio di sobbarcarsi il peso della libertà, della scelta e della
responsabilità, tre aspetti centrali e fondamentali della vita adulta.
La possibilità di definire un orientamento
di fondo, che sia stabile e consenta di affrontare con il giusto spirito gli
eventi di ogni giorno, dipende essenzialmente dal fatto di aver trovato e
riconosciuto un Senso nella propria vita, capace di giustificare in qualche
modo il dolore e di celebrare con gratitudine i momenti di gioia vissuti.
L’analisi biografica a orientamento filosofico fonde e rinnova le intuizioni
più interessanti maturate nel campo della psicologia del profondo e della
filosofia come stile di vita, istituendo un vero e proprio percorso dialogico
di ricerca del senso.
Tale percorso, che non ha limiti
di tempo prefissati, stimola la persona a costruire, con l’aiuto dell’analista
filosofo, un racconto della propria storia di vita capace di mantenere la rotta
e di offrire una direzione vivente (il senso!) anche nei passaggi più difficili
dell’esistenza, mobilitando – ad esempio attraverso l’analisi dei sogni e il
gioco della sabbia – alcune capacità creative ed espressive dell’individuo
ancora poco esplorate o addirittura inconsapevoli. Questa apertura al senso
implica, filosoficamente, la disponibilità a trascendere le nostre pretese
egoistiche e a riconoscerci parte di qualcosa di più grande che, superandoci,
tuttavia ci accoglie e ci contiene.
Chi si rivolge all’analista
filosofo non è – tranne nel caso in cui il professionista sia anche uno
psicoterapeuta – una persona che soffre di sintomi o problematiche psicogene,
ma è piuttosto un comune essere umano alle prese con il compito (universale) di
dare senso al proprio destino, affrontando con coscienza e fiducia le
trasformazioni richieste nelle diverse età della vita. La differenza sostanziale tra
l’analisi e gli interventi clinico-terapeutici praticati in ambito sanitario e
privato può essere così sintetizzata: “l’analisi
non risponde a bisogni immediati, né di sradicamento degli effetti sintomatici,
né di compensazione di mancanze affettive. L’analista non è lì per fare da
madre o da padre sostitutivo, da compagno o da compagna e, soprattutto, non può
prendersi in carico il sintomo e la missione di combatterlo. Si fa piuttosto
garante dei diritti di espressione del sintomo, della dignità e del dovere del
suo ascolto […] Potremmo dire che la sostanza della cura analitica consiste nel
doppio movimento reciproco e intrecciato di espressione e riconoscimento”
(R. Màdera, La carta del senso.
Psicologia del profondo e vita filosofica, pagg. XII-XIII, Raffaello
Cortina, Milano, 2012).
In altre parole, non si sceglie
un’analisi biografica per guarire da qualcosa, ma per cominciare a prendersi
cura di sé in ogni momento della propria esistenza, riconoscendo degna di
essere vissuta solo una vita che si interroghi su se stessa in modo sincero,
esigente ed autentico.
La figura dell’analista
biografico a orientamento filosofico opera in Italia nel rispetto della
Legge n. 4/2013 (“Disposizioni in materia
di professioni non organizzate”). Altre informazioni sull'ABOF e sui soci della Società degli Analisti Biografici a Orientamento Filosofico (SABOF) possono essere trovate nel sito www.sabof.it .
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